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FUORI delle RIGHE

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Dalle case dell’uomo al Regno dei cieli - Mt 4,12-17

Dal Vangelo secondo Matteo
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».


era stato arrestato

Giovanni è stato “consegnato” (letteralmente), è una parola che va oltre l’arresto perché richiama la fine del vangelo quando Gesù è stato consegnato nelle mani degli uomini (cfr. Mt 27,2.26). Il racconto di questa consegna, prefigurata dal Battista, inizia dalla Galilea dove Gesù, come fatto prudenziale si è ritirato. Matteo dà una certa importanza ad uno slittamento di pochi chilometri tra Nazareth e Cafarnao: Gesù sceglie il confine (tradotto con territorio) di Zàbulon e di Nèftali . Forse l’indicazione geografica non è del tutto corretta ma lo è teologicamente. Il Vangelo è luce che brilla “nella” umanità a partire dalla periferia. Anche i discepoli dopo la resurrezione sono chiamati ad annunciare il Vangelo partendo da quella stessa periferia, dalla Galilea (Cfr: Mt 28, 16-20) per raggiungere tutti i popoli.
Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (EG20).


andò ad abitare

Matteo usa il verbo lasciare e il verbo abitare per indicare l’inizio dell’attività del Signore: lascia i luoghi della sua crescita, delle relazioni familiari, dà un taglio alla sua storia per abitare a Cafarnao.
Il lavoro degli archeologi, dal 1905 al 2003, ha permesso di stabilire le caratteristiche Cafarnao e delle sue case costruite con pietra locale tenuta insieme con malta molto povera, erano coperte con tetti di terra su canne o rami, senza tegole. Si conduceva una vita di lavoro, senza lussi né raffinatezze, sfruttando le risorse della zona: il grano, l’olio, diversi tipi di frutti; e, soprattutto, la pesca nel lago. In questo ambiente rustico, tipico di una società semplice di agricoltori e pescatori, venne ad abitare il Signore: nei luoghi dell’uomo, insieme agli uomini. Gesù è Parola venuta ad abitare tra di noi: perché raggiunga le nostre orecchie con il nostro linguaggio e i nostri limiti.
Anche oggi,  in cui le relazioni umane si sono fatte difficili, in cui  gli strumenti di comunicazione sono diventati fini a se stessi, Dio entra per cambiare non dall'alto ridondando di potenza ma dal basso, venendo ad abitare nella nostra “città”.


Convertitevi

Il primo annuncio di Gesù è letteralmente identico a quello che abbiamo ascoltato da Giovanni in Mt 3,2 Come per il Battista c’è  un riferimento a Isaia (40,3), così anche per Gesù (Is 4, 14-15). C’è dunque una continuità fra i due personaggi e le due predicazioni.
Anche ai nostri giorni ci sono tanti predicatori che chiedono una svolta, persone che ci invitano a cambiare vita con le motivazioni più disparate da quella ecologica a quella economica, da quella sociale alla politica.  Tutti hanno un atteggiamento comune: evitare la catastrofe o il tracollo, la guerra o un disastro senza ritorno. Sono profeti di sciagure che trovano proprio nella sciagura imminente la motivazione ultima della richiesta di cambiamento. Tra la loro predicazione e quella di Giovanni e Gesù c'è una differenza sostanziale: Giovanni e Gesù offrono un punto di riferimento positivo: il Regno di Dio è vicino.


il regno dei cieli è vicino

Che significa vicino? È in ordine spaziale o temporale? Il vangelo ci dice che il regno dei cieli non scende dall’alto per un atto straordinario della potenza di Dio, ma è condizionato dal cambiamento degli uomini, dalla conversione.
All'umanità viene data una chiave di lettura nuova della vita e della storia, come uomini e donne abbiamo la possibilità di sfuggire a un destino tragico di fallimenti, di discriminazioni, di intolleranze, emarginazioni, non per paura ma per la prospettiva gioiosa del Regno. Il Regno di Dio è vicino, a portata di mano, a quella della nostra conversione. Il Regno di Dio realizza la sua concretezza storica nella conversione dell’umanità, come  frutto del ravvedimento. Dalla consapevolezza della nostra debolezza, dei nostri errori, dei nostri fallimenti possiamo iniziare un processo di guarigione nostra e del mondo.
Gesù comincerà con un piccolissimo gruppo di pescatori chiamati a diventare pescatori di uomini.